Come annunciato: ci siamo !
Da stamattina entra in vigore la legge 124/2007 che riordina il comparto Intelligence, creando il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.
Da stamattina, e dopo 30 anni, SISMi SISDe e CESIS cessano di esistere ed al loro posto vengono istituiti il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS), l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE) e l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna (AISI).
Cambiamenti interesseranno anche il Comitato Parlamentare di Controllo (CoPaCo) ed il Comitato Interministeriale per le Informazioni e la Sicurezza (CIIS). Entro 10 giorni da oggi al loro posto verranno istituiti il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ed il Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (CISR).
In chiusura di un ciclo mi viene in mente che sarebbe un’ottima cosa se finalmente qualche storico scrivesse la storia della nostra Intelligence negli ultimi trent’anni. Del suo funzionamento, del ruolo che ha avuto nella storia dell’Italia e, più tecnicamente, dell’effetivo peso che i Servizi hanno avuto nel processo decisionale e nella formulazione delle politiche estere, di difesa e sicurezza.
Caro Silendo,
Non sarebbe male come idea, ma quale potrebbe essere lo storico che dovendo decidere d’intraprendere un lavoro di tale importanza riuscirebbe a concluderlo in maniera metodologicamente corretta, magari smussando gli spigoli dietrologici che a luoghi hanno caratterizzato l’argomento…?
Bourne
Beh… di bravi storici in Italia ce ne sono.
Soprattutto fra i giovani ci sono nomi validi che si sono occupati, e si occupano, dello studio della storia di questo Paese dal ’45 in poi, anni di piombo compresi.
non ho nessuna competenza nel campo. ma occupandomi anch’io di altre politiche pubbliche, ho ben presente il tuo concetto di “ciclo”.
nel caso della sicurezza le difficoltà che segala il tuo amico bourne sono forti. mi accontenterei, per il passato, di una rassegna dei successi e insuccessi e per la nuova normativa di una analisi delle coerenze/incoerenze interne del sistema congegnato.
ma, ripeto, non è il mio campo.
anche se , da cittadino in quasi vecchiezza (vorrei vivere ancora un po’: “io speramo che me la cavo”) sono molto interessato
ciao e grazie per i tuoi commenti ai miei post. converserò in mattinata
Caro Silendo,
comunque ti dirò: se tutto dovesse andar per il verso giusto mi divertirò, ovvero sia il se riuscirò ad avere il classico colpo di c..o!; qualche mese fa parlando del mio lavoro, un amico storico m’ha promesso una passaggiata a tre con un altro “storico…” Sai in una bellissima spiaggia, bel mare, bei tramonti…Eh…
Ama: non sono complimenti. E’ la realtà. Almeno secondo me
Riguardo allo studio, storico o politologico, di questi argomenti manca la cultura. Manca la predisposizione, chiamiamola così, dei nostri scienziati e dei nostri storici.
Cosa fare ? Non credo che una “cultura” o una “predisposizione” nascano da sole. In genere capita o come risultato indiretto di traumi nazionali (aggressioni militari e/o terroristiche con molte vittime civili!) o perchè qualcuno (lo Stato o qualche mente illuminata) decide di investire risorse promuovendo la ricerca in un dato settore precedentemente trascurato.
Non vedo molte menti illuminate, non mi sembra che lo Stato prenda in considerazione la ricerca – neanche quella tecnologica figuriamoci quella storica-politologica in settori di nicchia come questi – spero che non si debba aspettare una qualche mazzata colossale 😉
Seconda ed ultima considerazione.
Le strutture di Intelligence in genere tendono ad usare come schermo la storia, peraltro vera in termini di principio, che si tratta di attività segrete e riservate. Quando falliscono si sente sempre dire che “i fallimenti sono palesi mentre i successi no”. Non è così.
E’ vero che si tratta di argomenti che devono restare segreti il più possibile ma è anche vero che, alla fine, chi vuole indagare riesce sempre a scoprire quantomeno il quadro generale di certe situazioni. Non è vero che ad essere pubblici sono solo gli insuccessi mentre i successi sono sconosciuti.
Ci sono tanti insuccessi che non sono resi pubblici (sono la maggior parte!) e tanti successi che sono, in genere VOLUTAMENTE, resi pubblici.
Insomma, esiste sì un problema delle fonti (ci mancherebbe che non fosse così) ma spesso l’Intelligence (discorso generale, non prettamente italiano) ci marcia per pararsi il sedere.
Utente anonimo :)) le tue parole mi hanno fatto venire in mente uno splendido tramonto. Dovrei avere da qualche parte qualche foto :))
Caro Silendo,
condivido la tua valutazione sulle fonti…Quanto alla mia passeggiata con i due storici,in quel luogo stupendo…spero proprio che avvenga al più presto, e spero di sentirmi raccontare cose “romantiche” visto il fascino di quel luogo…
Ah per tutti i lettori: mi piaciono le donne (a scanso di equivici!).
Bourne