IL MESSAGGIO DI HEKMATYAR – Il messaggio di Gulbuddin Hekmatyar, uno dei «signori della guerra» afghani, trasmesso giovedì dalla tv Al Jazira, è ritenuto dai servizi italiani una «chiamata alle armi». L’ex primo ministro Hekmatyar ha dichiarato di porsi sotto la guida di Bin Laden e al-Zawahiri per la guerra santa di Al Qaeda contro la presenza americana in Afghanistan.
Sempre giovedì un generale delle forze armate afghane, Sher Karimi, aveva detto che Al Qaeda sta addestrando militanti arabi in Afghanistan nell’uso delle mine controllate a distanza e in tecniche di agguato. Infatti l’attacco contro il convoglio italiano fa parte di un’offensiva su larga scala che i talebani stanno conducendo da mesi. Come riferito da fonti vicine ai talebani, i combattenti hanno atteso il disgelo intorno a Kabul, Kunar e Nooristan per lanciare operazioni contro le forze di sicurezza locali e le truppe internazionali. L’offensiva è iniziata a marzo nella regione tribale al confine con il Pakistan. Circa 500 talebani avrebbero ricevuto un addestramento speciale in Iraq tra il 2004 e il 2005.
L’opinione di alcuni analisti dei servizi segreti italiani
L’aumento di attentati contro l’Italia nei teatri di guerra è letta dagli analisti dei servizi segreti come «una pressione sul nuovo governo italiano perché ritiri i contingenti militari». Secondo i servizi, infatti, non è possibile ritenere una casualità gli attentati a Kabul e a Nassiriya.
BOMBE NON SOLO CONTRO ITALIANI – Ma le bombe in Afghanistan non esplodono solo contro gli italiani: due familiari di un parlamentare afghano sono stati uccisi venerdì da un’esplosione, mentre nel sud due poliziotti sono rimasti uccisi e due feriti in uno scontro con i talebani. Negli ultimi mesi i talebani hanno intensificato le loro azioni con attentati suicidi, esplosioni lungo i margini delle strade, attacchi e omicidi, raggiungendo in diverse parti dell’Afghanistan il maggior livello da quando sono stati scacciati alla fine del 2001.
AVVERTIMENTI AI BRITANNICI – «Trasformeremo l’Afghanistan in un fiume di sangue», hanno detto i talebani ai militari britannici che giovedì hanno sostituito l’Italia al comando della forza multinazionale Nato. «La nostra attività si intensificherà giorno dopo giorno. Ora ci affronteremo faccia a faccia e disponiamo di tutte le munizioni di cui abbiamo bisogno», ha detto Mohammad Hanif Sherzad, portavoce del mullah Omar.
FUORI DALLE CITTÀ COMANDANO I TALEBANI – La realtà in Afghanistan è che «fuori dalle maggiori città e nelle cittadine di provincia tutto è sotto il controllo dei talebani», ha ammesso il mullah Sayed Mohammed. Nella provincia di Kandahar in aprile quattro soldati canadesi sono morti per una bomba sulla strada e più di recente i canadesi si sono scontrati un gruppo di 200 talebani a soli 20 minuti da Kandahar.